<< Nasce nel 2008 con la volontà di valorizzare e patrimonializzare un antico mestiere che stava scomparendo, quello del canapaio, e per ripristinare quella che era una delle coltivazioni più importanti in zona, la canapa. Tre sezioni: nella prima le voci della comunità illustrano tutte le fasi vitali della canapa: dalla semina alla fibra. La seconda sezione, invece, è dedicata alla trasformazione della fibra per fini tessili e nella terza una parte laboratoriale per apprendere e tramandare questo mestiere. Inoltre, la struttura museale ha indirizzato filoni di studi sulla canapa come food, nell’edilizia, nella cosmetica e nel tessile. Il progetto T.U.N. (Tessile Umbro Naturale) ha permesso di seminare alcuni ettari a canapa da destinarsi alla sperimentazione dell’estrazione della fibra tessile. I terreni utilizzati sono state ex canapine di proprietà del comune e posizionate lungo il fiume Nera >>. Queste le motivazioni che hanno fatto vincere al Museo della Canapa, antenna dell’Ecomuseo della Dorsale Appenninica Umbra, il premio “Bandiera Verde Agricoltura 2013”. Giunto alla sua 11^ edizione, il riconoscimento, promosso dalla Confederazione Italiana Agricoltori, è stato consegnato a Roma, presso la Sala della Protomoteca del Campidoglio, a ventuno “campioni” dell’agricoltura sostenibile, dell’innovazione, dell’originalità, dell’ingegno, della tradizione, della qualità.
"Bandiera Verde” è un riconoscimento attraverso il quale si premiano istituzioni, regioni, province, comuni, comunità montane, parchi e aziende agricole che si sono particolarmente distinti nelle politiche di tutela dell’ambiente e del paesaggio anche a fini turistici, nell’uso razionale del suolo, nella valorizzazione dei prodotti tipici legati al territorio, nell’azione finalizzata a migliorare le condizioni di vita ed economiche degli operatori agricoli e più in generale dei cittadini. Per il Museo della Canapa, il premio Bandiera Verde rappresenta un punto fermo per ripartire e sviluppare indotto e redditi legati alla filiera della canapa in un paese che si è dedicato negli ultimi cinque anni alla conservazione della memoria storica e alla promozione di questo sapere puntando prevalentemente sul contemporaneo. Attraverso mirabili intuizioni e tanto impegno profuso dalle persone che hanno fortemente creduto nel progetto, nonché dall’amministrazione comunale, i tematismi e le criticità strettamente connesse alla canapa si sono trasformati in aree di grandi opportunità, sia per le persone che per l’economia. Ne sono un esempio il T.U.N. e il progetto di completamento dei nuovi laboratori del Museo. Il primo, nato dall’accordo tra diversi partner privati tra cui Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria 3A-PTA, CIA Umbria Servizi all’Impresa S.r.l., Università degli Studi di Perugia, Assocanapa S.r.l., Consorzio Internazionale Arianne delle Marche e dell’Umbria, e diverse imprese umbre ha alla base l’idea di creare reti di imprese agricole in grado di valorizzare le fibre tessili naturali animali (lana, alpaca e mohair) e vegetali (canapa) e le piante tintorie (indaco da guado) sia da un punto di vista tecnico che commerciale attraverso accordi con il mondo della trasformazione. In questo modo sarà possibile dare origine a una filiera regionale basata sui criteri di territorialità, tracciabilità e sostenibilità, utili per un ritorno in termini economici dei costi relativi alle attività di produzione, raccolta, stoccaggio e prima lavorazione. Il progetto “Museo della Canapa. Ampliamento”, relativo al completamento dei nuovi laboratori annessi al Museo, invece, si inserisce all’interno dell’opera di valorizzazione e di miglioramento della sicurezza, dell’accessibilità e della eco-compatibilità del Museo della Canapa. Da questo punto di vista l’uso della canapa si sposa con la volontà di impiegare materiali a basso impatto ambientale in grado di rispettare l’ambiente di vita dell’uomo e al contempo di contenere i consumi energetici, viste le sue interessanti proprietà fisico-termiche e termo-igrometriche.