Venerdì 24 gennaio, alle ore 16.00, presso la sede della Legione Carabinieri Umbria, nell’ex chiesa di Santa Maria Maddalena, si svolgerà il prossimo appuntamento di “Leg@lMente - Lo Stato siamo Noi”, dedicato alle stragi che hanno insanguinato la storia unitaria italiana, con una particolare attenzione a quella “strage” odierna di donne che va sotto il nome di “femminicidio”. Frutto della preziosa collaborazione con l’Arma, l’iniziativa rientra in quel ciclo di eventi pubblici nei quali la Provincia di Perugia vuole riaffermare i “punti fermi” sulla strada della responsabilità che ognuno di noi ha di fronte a sé nel suo impegno quotidiano verso la comunità in cui vive e opera. Al centro dell’incontro, che vedrà la presenza del Gen. Antonio MARZO, del Presidente della Provincia Marco Vinicio GUASTICCHI, dell’Assessore provinciale Donatella PORZI, del Prefetto di Perugia Antonio REPPUCCI, del magistrato Ferdinando IMPOSIMATO, con conclusioni affidate all’On. Gianpiero BOCCI, saranno le tavole dipinte dal pittore Gaetano PORCASI, che aggiunge un tassello molto importante alla sua attività di artista “antimafia”.
<< La mafia e gli altri fenomeni criminosi che ad essa si assimilano - ha dichiarato la PORZI - non hanno una storia né breve né circoscritta. Spesso quella storia coincide con pagine nerissime dell’intera storia nazionale e ripercorrere la tragedia mafiosa attraverso le stragi alle quali ha dato luogo significa prendere atto della forza di opposizione che un Paese intero ha eretto contro tanta efferata violenza. Gaetano PORCASI ha concepito il suo impegno di artista come testimonianza e denuncia di tali eventi luttuosi e basa il suo lavoro su una istintiva capacità di racconto che rende le opere prodotte altrettanti quadri di un ideale “museo della civiltà offesa”. Ognuno di noi, di fronte ai suoi quadri, sente rinascere in sé il profondo dolore di ferite antiche e mai rimarginate, è come portato sulla scena che si è compiuta qualche decennio fa. Il tempo ha, nelle opere di PORCASI, grande importanza, fino a comparire nei quadri con data e riferimenti inequivocabili. Poi, però, il segno della denuncia è così forte, che il dato cronologico e della cronaca in sé quasi scompare e i colori, i particolari della scena, ci fanno volare nel regno della “civiltà offesa”, in cui PORCASI fa specchiare fino in fondo l’animo umano e lo spinge a mondarsi del sangue e della violenza scritti nelle pagine di storia così efficacemente dipinte. Dai quadri, in particolare, emerge il sacrificio di sangue pagato dall’Arma dei Carabinieri, e questo fatto rende l’evento espositivo e il dibattito che lo accompagna un momento altamente civile e ricco sul piano dell’impegno istituzionale. E un altro aspetto - ha concluso l’Assessore PORZI - approfondisce il tema delle “stragi” in maniera organica e coerente con il tema di fondo: alcune opere PORCASI ha voluto dedicarle a quella “mattanza” di vite femminili che si compie (come barbarie e degenerazione sociale senza limiti) da parte di uomini che hanno creduto, forse solo creduto, di amare, per poco o tanto che sia, le loro donne, le loro compagne. E’ un orrendo fiume di sangue quello che il pittore siciliano ritrova dietro i casi emblematici di femminicidio che ci ha fatto conoscere la cronaca quotidiana. E’ un messaggio di nuova unione fra uomini e donne quello che il pittore, intervenendo con la sua coscienza, lancia con forza a quanti si avvicinano alle sue opere >>.