Saranno due gli appuntamenti fieristici per promuovere le produzioni nazionali zootecniche di qualità La zootecnia, ancora una volta, sarà una delle protagoniste della 47^ edizione di Agriumbria (27/29 marzo) con mostre nazionali, rassegne interregionali e concorsi che nel corso delle tre giornate consentiranno di valutare l’elevato livello genealogico raggiunto dagli allevamenti italiani di differenti specie e razze (bovini, ovicaprini, suini, equini, avicunicoli) confermando il ruolo strategico della manifestazione umbra quale polo zootecnico di primaria importanza nell’ambito degli appuntamenti fieristici nazionali. << Agriumbria 2015 - ha dichiarato Lazzaro BOGLIARI, Presidente di Umbriafiere S.p.A. - consentirà ancora una volta di evidenziare la vitalità del settore che continua a reagire nonostante lo stato di precarietà nel quale si trova che tende a vanificare la determinazione degli allevatori nel loro lavoro di selezione genealogica.
La nuova PAC, le misure finanziarie contenute nei PSR 2014/2020 e l’iniziativa politica nazionale “Campo libero” rappresentano una opportunità per rivitalizzare il patrimonio zootecnico nella sua globalità e in particolare nel settore della produzione di carni - ha proseguito BOGLIARI - temi che saranno al centro di convegni e di incontri in occasione di Agriumbria 2015 dai quali si auspica possano emergere proposte e soluzioni di fattibilità nel breve periodo. Le manifestazioni zootecniche previste nel 2015 hanno come filo conduttore momenti di battito e di confronto fra istituzioni pubbliche e associazioni di categoria con l’obiettivo di assumere un ruolo di riferimento per definire le linee operative da trasferire nelle differenti realtà zootecniche italiane. Il recente accordo di collaborazione-partnership tra Veronafiere e Umbriafiere, di assumere il comune impegno di promuovere le manifestazioni da loro organizzate: Eurocarne 2015 (10/13 maggio) e Agriumbria 2015 (27/29 marzo), conferma la volontà dei due enti fieristici di ottimizzare nei tempi e nei modi le iniziative rivolte ad affrontare non solo i punti critici della zootecnia italiana, ma anche, e soprattutto, a valorizzare gli aspetti qualitativi delle produzioni >>. L’attuale fase di recessione degli acquisti di prodotti alimentari ha comportato una drastica riduzione dei consumi proprio nei confronti di alcuni tagli cosiddetti “pregiati” di carni bovine (bistecche ecc) in parte sostituite da carni “primo prezzo”, da macinati e hamburger. La zootecnia da carne, secondo i dati ISTAT riferiti al 2013, segna percentuali in rosso: per i bovini la produzione nazionale è diminuita di circa il 20%; per l’ovicaprina del 50%, mentre per la suinicola si registra un aumento dello 0,3%. Dati che nel 2014, secondo stime provvisorie, dovrebbero migliorare , seppure in misura contenuta, pur rimanendo sempre di segno negativo. Calo della produzione nazionale a fronte del quale si registra un incremento del saldo commerciale estero del 5,3% dovuto soprattutto all’aumento dell’export (+8,8%). Situazione di sofferenza per la nostra zootecnia da carne, e in particolare per quella bovina, che tende a penalizzare ulteriormente l’approvvigionamento della produzione nazionale che offre la più ampia garanzia salutistica e di qualità grazie alle diverse certificazioni di tracciabilità che fanno parte integrante del sistema zootecnico italiano.