di Gianfranco PARIS
Ho avuto paura per l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Sono un laico di formazione mazziniana ed ho vissuto con sofferenza l'andazzo che ha preso la politica italiana dal 1980 in poi. E' accaduto di tutto, mai un fatto concreto che lasciasse la speranza di una inversione di tendenza rispetto alla china del degrado costante della vita pubblica. Molti elogiano NAPOLITANO, se potessero lo proporrebbero al Papa per la canonizzazione. NAPOLITANO è stato un buon politico che ha saputo navigare nella procellosa vita politica italiana con realismo marxista, non disdegnando di consegnare il governo del paese al ricatto di uno spregiudicato imprenditore all'italiana che ha scambiato la vita pubblica per un ufficio delle sue aziende. L'ignavia dei 101 intrallazzatori del PD che pugnalarono alle spalle PRODI costrinse BERSANI a proporre il prolungamento della presidenza di NAPOLITANO. A BERLUSCONI non parve vero. Poteva ancora sperare di rimanere a galla per qualche anno, e così è accaduto con grave danno per gli interessi della collettività a favore dei suoi interessi privati.
RENZI ha saputo inserirsi in questo gioco giocando su due piani, come è costume dei politici italiani fin dai tempi di CAVOUR, ma anche lui per interessi di potere ha consentito a BERLUSCONI e ai suoi “pupazzi” di mantenersi a galla, auspici anche gli errori madornali del M5S e l'inconcludenza di quel che è rimasto della sinistra di matrice marxista. Il cosiddetto patto del Nazzareno ha fatto temere che l'elezione del Presidente della Repubblica portasse al Quirinale un Presidente che legasse l'Italia definitivamente al carro degli interessi di Mediaset, come nei decenni precedenti era stata legata agli interessi della FIAT. L'elezione di ieri ha fugato questi dubbi e ha riacceso la speranza. Il merito principale va a RENZI, ma RENZI non ha scelto di proporre MATTARELLA perché voleva svincolarsi di BERLUSCONI, che gli fa comodo per ricattare la sinistra del PD sulla riforma della legge elettorale e delle leggi che riguardano il lavoro. Lo ha fatto perché ha capito che se tirava troppo la corda rischiava di dissolvere il principio sul quale è nato il PD e avrebbe dato la stura alla rinascita di una vera e propria sinistra che oggi non c'è più e che il PD ha sostanzialmente assorbito sotto la bandiera della ex DC. Questa elezione nulla muta rispetto a questa problematica parlamentare e al rapporto PD-Destra di matrice berlusconiana. Ma cambia molto sul piano della tutela laica dei principi costituzionali perché MATTARELLA è un cattolico-laico di saldi principi che viene dalla scuola dei cattolici liberali alla STURZO e che ha avuto come sua massima espressione DE GASPERI che fu capace di dire no a Pio XII per difendere le prerogative dello stato rispetto alla invadenza della chiesa. MATTARELLA ha dimostrato queste convinzioni in concreto quando ebbe il coraggio di dimettersi dal Governo ANDREOTTI per protesta quando fu approvata la legge MAMMI’ che facilitò la consegna definitiva dell'etere a BERLUSCONI. MAMMI’ era il rappresentante in quel governo del PRI, che però si era venduto a BERLUSCONI al cui libro paga era iscritto, pur essendo il PRI partito laico che si ispirava ai principi del mazzinianesimo e che viveva ancora dell'eredità lasciata integra da Ugo LA MALFA. Due comportamenti diametralmente opposti di due laici, quello di matrice cattolica e quello di matrice mazziniana. Il primo al sevizio dello stato, il secondo al servizio di se stesso. Un dolore profondo si insinua nel mio animo di repubblicano mazziniano a ricordare un fatto così amaro. Un cattolico che ha saputo servire lo stato con lo stesso spirito con il quale i patrioti del risorgimento avevano servito la causa nazionale. MATTARELLA inoltre ha dimostrato che si può far politica senza atteggiamenti istrioneschi e ricorrendo a bugie plateali, come è costume di quasi tutti, RENZI in prima fila, un uomo che vive spartanamente, attaccato ai valori tradizionali della famiglia senza farsi trascinare dagli eccessi, che ha difeso la costituzione dal suo scranno della Corte Costituzionale con discrezione senza le plateali dichiarazioni alle quali ci hanno abituato magistrati che poi sono scesi in politica. Un uomo che subito dopo aver appreso di essere stato eletto presidente si è recato in Panda alle Fosse Ardeatine per rendere omaggio a quelle vittime della lotta per la Resistenza dalla quale è nata la Repubblica. Un cattolico che non si farà confondere le idee dai vari GIOVANARDI che stanno ancora in circolazione e che ci garantisce nei confronti di tutti coloro che pensano che lo stato debba essere al loro servizio e che sarà vigile custode della costituzione senza enfasi e senza il realismo di matrice marxista applicato da NAPOLITANO. Un cattolico-laico della miglior tradizione storica italiana, capace di difendere lo stato da ogni ingerenza. Credo fermamente che questa volta la scelta sia stata felice.