Nella Valle del Campiano, in alcune località dei Comuni di Norcia e Preci, come Ancarano, Campi, Corone, Castelvecchio, Roccanolfi e Preci stesso, si rinnova il tradizionale rito del “Piantamaggio”. La sera tra il 30 aprile ed il 1° maggio un albero di faggio o di pioppo, simbolo di fertilità, preso, anzi rubato, nelle campagne circostanti dai giovani del paese, viene tagliato e portato nella pubblica piazza. Dopo essere stato spogliato e ripulito dalle fronde e dalla corteccia, viene integrato nella parte alta con un ramo di ciliegio fiorito, proprio a simboleggiare il matrimonio tra gli alberi. Inoltre, viene anche legata, nella parte più alta dell’albero, una bandiera nazionale, forse un antico ricordo degli alberi della libertà, che tra la fine del ‘700 e l’inizio del secolo successivo, venivano innalzati in ogni luogo dove arrivavano i venti e gli entusiasmi della Rivoluzione Francese. La parte più entusiasmante della manifestazione è poi quella legata all’alzata dell’albero, che viene effettuata con l’ausilio di corde e scale, per innalzare la pianta, e mediante un grosso tavolone per far scivolare nella buca già preparata la base del fusto. Tutta l’operazione avviene con l’aiuto fisico ed emotivo dei partecipanti alla manifestazione: l’albero, inserito nella buca preparata per accoglierlo, svetta in mezzo alla piazza, dopodiché si da il via alla festa vera e propria con musiche, canti e offerte di cibo e bevande.
L’albero rimane “piantato” per tutto l’anno, sino al successivo “maggio”, quando viene abbattuto, tagliato e ridotto a legna da ardere, magari per preparare il braciere della cena della festa, lasciando così libero il posto per il nuovo albero da innalzare. Le origini del rito sono molto antiche e certamente pagane, infatti si vogliono far risalire alle feste di primavera, poi trasformate in “Baccanali”, che si svolgevano in onore del dio Bacco o Dioniso proprio alle calende di maggio, le quali avevano lo scopo di introdurre i giovani nel mondo degli adulti, spesso sfociando, a causa delle prolungate libagioni, in pratiche iniziatiche e orgiastiche. Questa versione è avvalorata dal fatto che ancora oggi, nell’uso popolare, “piantar maggio”, ha un forte allusivo significato, che è quello di consumare l’atto sessuale.