L’agricoltura è una forte alleata della tutela del territorio, come dimostra l’esperienza del Parco Nazionale dei Sibillini che a Milano, all’Expo 2015, insieme al WWF Italia, ha presentato il progetto interministeriale “Dall’Expo ai Territori”, una serie di iniziative che coinvolgono i territori delle aree protette italiane tematizzate sul cibo che prevede fino a ottobre, undici visite guidate, in bici e a piedi, tutte gratuite e realizzate in collaborazione con aziende agricole e ristoranti del Parco che prendono il nome di Pedalate e Passeggiate del gusto e il progetto “Il Menù della Sibilla”, una rete che unisce oltre 60 ristoratori e aziende agricole del Parco in un menù a km 0 che valorizza l’agricoltura capace di tutelare specie e habitat del proprio territorio.
L’agricoltura costituisce una minaccia alla conservazione della biodiversità quando è caratterizzata dall’intensificazione delle produzioni con le monocolture e l’utilizzo della chimica (fertilizzanti e pesticidi), ma una minaccia è costituita anche dall’abbandono delle pratiche agricole tradizionali da cui dipendono la conservazione di molti habitat e specie. Il terzo rapporto (ISPRA - 2014) sullo stato di conservazione di habitat e specie in Direttiva Habitat UE ha evidenziato che il 67% degli habitat è in uno stato sfavorevole di conservazione. Il 22% degli habitat considerati in buono stato è costituito da ambienti di derivazione antropica legati all’agricoltura tradizionale (formazioni erbose, castagneti, ecc.) che caratterizzano il paesaggio italiano.
A livello europeo 255 specie e 57 habitat tutelate dalle Direttive sono strettamente associati alle pratiche agricole. Il 47% delle specie minacciate o in declino è in varia misura legato agli ambienti agricoli. In Europa l'11% delle specie tutelate dalla Direttiva è concentrata principalmente nelle zone agricole. La maggior parte delle specie (200) è associata principalmente alle praterie, 22 specie ai seminativi estensivi, 33 richiedono entrambi i sistemi agricoli (Fonte: Farming for Nature 2000, EC, 2013). Proprio queste direttive, che tutelano oltre 2.000 aree protette a livello europeo, tra cui vari Siti di importanza Comunitaria anche nel Parco Nazionale dei Sibillini, sono minacciate da una revisione al ribasso e per questo oltre 100 associazioni in tutta Europa stanno portando avanti una campagna denominata #allarmenatura, per cui si raccolgono firme fino a venerdì 24 luglio su www.wwf.it/keepnaturealive.cfm.
Un esempio dell’importanza delle pratiche agricole tradizionali per la conservazione della biodiversità lo troviamo proprio nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini con il legame tra il mantenimento della zootecnia estensiva di ovini e la conservazione delle praterie secondarie caratterizzate dalle magnifiche fioriture di orchidee su suolo calcareo, uno degli ambienti più preziosi della Direttiva Habitat UE. Il mantenimento dei pascoli fioriti con la presenza oltre che di orchidee selvatiche di fiori come il narciso, la viola eugeni, la fritillaria dell’orsini, che rappresentano una delle principali attrattive turistiche per il versante nord orientale del Parco, è indissolubilmente legato alla presenza della pastorizia dal mese di giugno a dicembre.
Nei Sibillini si è però passati da quasi un milione di capi ovini negli anni ‘50 del secolo scorso a poco di 30.000 capi attuali a causa dell’abbandono della pratica della transumanza verticale (il trasferimento estivo delle greggi dalla collina alla montagna), un abbandono che adesso minaccia la conservazione di un habitat prioritario per l’Unione Europea come le praterie secondarie dell’Appennino. Purtroppo il servizio ambientale reso da questa pratica zootecnica tradizionale non viene oggi riconosciuto dal mercato, il consumatore non ha la possibilità di mettere in relazione quello che consuma per la sua alimentazione con la conservazione della biodiversità, perchè non conosce queste relazioni ed il loro valore. Con i Menù della Sibilla il Parco Nazionale dei Monti Sibillini cerca di portare a tavola nei ristoranti ed agriturismi del territorio la biodiversità fornendo ai turisti- consumatori informazioni sui legami tra le filiere agricole che forniscono le materie prime per i piatti del menù e la conservazione degli habitat e le specie selvatiche del Parco.
Queste attività si inseriscono in un momento in cui il turismo verde in Italia gode di ottima salute con interessanti prospettive economiche arrivando a superare i 102 milioni di presenze per quasi 12 miliardi di euro nel 2014 (secondo il 12° Rapporto nazionale Ecotur (2015) elaborato da ENIT, ISTAT, Osservatorio Ecotur e Università dell’Aquila , le presenze del turismo natura in Italia hanno superato per la prima volta quota 102 milioni nel 2014, con un fatturato complessivo di 11,883 miliardi di euro). All’incontro sono intervenuti: Olivieri OLIVIERO, Presidente dell’Ente Parco Nazionale dei Monti Sibillini; Michele SENSINI, responsabile dell’Ufficio Stampa dell’Ente Parco; Franco FERRONI, responsabile Agricoltura del WWF Italia; Roberto FURLANI, responsabile Turismo del WWF Italia (nella foto).
L’evento è stato seguito dalla visita speciale alla mostra sulla biodiversità dell’Area tematica Biodiversity Park a cura delle Guide del Parco Nazionale dei Monti Sibillini e degli studenti della Facoltà di Agraria della Università Statale di Milano. Inoltre, l’Ente Parco è presente in questi giorni ad Expo, nel padiglione Biodiversity Park, l’area tematica che l’esposizione universale di Milano ha dedicato alla biodiversità. E’ uno spazio condiviso dal ministero dell’Ambiente e da quello delle Politiche agricole e forestali in cui i temi naturalistici si fondono con quelli dell’agricoltura, fondendo due mondi che nel nostro paese si muovono di pari passo verso un futuro sostenibile. In questa ottica, il Parco fornisce un esempio di buona pratica che è stato presentato alla stampa nazionale durante l’incontro “Biodiversità, cibo e turismo”, organizzato dal WWF.