In numerosi ristoranti del territorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, dallo scorso 1° agosto, è possibile gustare il Menù della Sibilla: un menù “tipico”, perché propone piatti preparati con i prodotti del territorio, ma allo stesso tempo “atipico”, in quanto non si tratta di un menù unico per tutti i ristoranti, bensì di un piatto proposto da ciascun ristorante che va a comporre un unico menù, gustabile, nella sua interezza, solo visitando i vari ristoranti della rete. Un po’ “sibillino” come menù, ma non poteva essere altrimenti.
In realtà, il Menù della Sibilla è il risultato di un progetto di rete con cui il Parco ha coinvolto 33 ristoranti e 30 aziende agricole al fine di promuovere la filiera corta e la valorizzazione dei prodotti locali, ma anche per evidenziare come queste produzioni, ottenute con metodi di allevamento e di agricoltura tradizionale o biologica, contribuiscano a favorire la biodiversità. Grazie al Menù della Sibilla si vuole anche stimolare il visitatore ad andare oltre il semplice piacere del palato per scoprire il legame tra il territorio e quei sapori, frutto di tradizioni agricole ancora vive, di antiche varietà colturali recuperate, di prodotti della cucina povera e contadina che si stanno riscoprendo.
Si va dalla classica zuppa di lenticchie ai piatti rivisitati in chiave moderna (come nel caso della rivisitazione della patata sotto la cenere), dai vincisgrassi e le fregnacce, preparati secondo la più tradizionale ricetta marchigiana, alla roveja, pisello selvatico quasi scomparso, preparata in tanti modi diversi. Si può spaziare dai frutti spontanei del bosco (funghi porcini e tartufi bianchi e neri pregiati), alla trota e al gambero di fiume. I prodotti della pastorizia non possono di certo mancare, associati spesso a quelle erbe selvatiche che crescono proprio sui pascoli. Non resta che scegliere il proprio itinerario del gusto e fare tappa nei ristoranti che potete conoscere attraverso il sito www.sibillini.net.