Di quali strumenti disponiamo per difendere il marchio "Norcia" e con esso la "norcineria", intesa come metodo di lavorazione delle carni ?. Questo è stato il tema di riflessione affrontato nel corso di un convegno che ha aperto il secondo week-end della 53^ edizione di “Nero Norcia”. All'incontro, dal titolo "Norcia marchio territoriale: quale futuro", hanno partecipato il sindaco, un rappresentante del Ministero dello Sviluppo Economico, il Presidente del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, un rappresentante regionale e una platea composta da studenti dell'Istituto Turistico "BATTAGLIA". << I brand Norcia e norcineria - ha dichiarato Nicola ALEMANNO, Sindaco della città di San Benedetto - sono moto diffusi sul territorio nazionale, ma occorre sempre più controllare la commercializzazione che va sotto questi marchi, ma che con il territorio non hanno nulla a che fare. Si sta studiando un marchio "Regione Umbria" che dovrebbe racchiudere tutti i prodotti tipici della nostra regione con lo scopo di tutelarne la provenienza e l'autenticità >>.

 

Quello di oggi è stato un tema molto attuale se si considerano le azioni che sta mettendo in campo la stessa Regione Umbria per far valere il marchio Made in Umbria e soprattutto la necessità, ormai improcrastinabile, del mondo produttivo nursino di difendersi dai tentativi di scippo del marchio “Norcia”, spesso utilizzato anche impropriamente per vendere diverse produzioni, dal tartufo nero al pecorino, dalle norcinerie alla lenticchia di Castelluccio, per citarne solo alcune. Il Comune di Norcia, in collaborazione con il GAL Valle Umbra e Sibillini, aveva fatto registrare il marchio comunitario “Norcia Qualità”, con la finalità di certificare la qualità non solo del settore gastronomico e agro-alimentare ma anche della ricettività e dell'accoglienza. Ad oggi questo marchio non esiste più, perché lasciato scadere dalla passata Amministrazione comunale.