<< Sono almeno cinque le emergenze che stanno vivendo le nostre imprese, in un post terremoto che sembra non finire mai. Con la sua richiesta al Governo di riconoscere il danno indiretto causato dal sisma, la Regione dimostra di aver ben compreso la situazione paradossale in cui si trova oggi l’Umbria, con un crollo verticale del turismo, che ha interessato non solo l’area direttamente colpita dal terremoto, ma tutta la regione e tutte le imprese, anche quelle del commercio, orientate verso questo settore. Sosteniamo con energia la richiesta della Presidente MARINI - sottolineano da Confcommercio e Federalberghi Umbria - perché un intervento su questo fronte potrebbe contribuire ad evitare gli sviluppi drammatici che si possono immaginare in questo scenario: la ulteriore desertificazione dei nostri centri storici; un ulteriore calo dell’occupazione in Umbria, dove i settori del commercio e del turismo, oggi sotto una enorme pressione, sono quelli che negli ultimi anni hanno caratterizzato il processo di terziarizzazione di questo territorio. Ma ci sono almeno altre quattro gravi emergenze, che dobbiamo affrontare al più presto, in un grande sforzo collettivo, che ci consenta di salvare imprese, occupazione, futuro dell’Umbria >>.
Queste le altre quattro questioni sulle quali Confcommercio e Federalberghi Umbria richiamano l’attenzione della comunità regionale. Taglio su imposte, tasse, tributi: in queste condizioni straordinarie, le imprese non ce la fanno a stare dietro ai pagamenti, e non è neanche pensabile che il conto venga presentato alla fine, quando si immagina che l’economia ripartirà, perché le imprese che riusciranno a sopravvivere saranno comunque stremate. Gli alberghi, ad esempio, pagano l’Imu sugli immobili come beni strumentali e l’imposta sui rifiuti in base alla superficie. Se le imprese oggi sono chiuse o ridotte al minimo, non possono certo continuare a pagare come fossero in piena attività; contributo all’occupazione: la cassa integrazione, quando c’è, è comunque un contributo al non-lavoro, in una condizione in cui le imprese, prive delle loro risorse umane, non sono in grado di continuare ad operare. Dobbiamo fare in modo che le imprese restino aperte, aiutandole con risorse e detrazioni sui costi del personale, in modo da mantenere vivo il tessuto imprenditoriale, che stava cogliendo i primi segnali della ripresa, fino al 24 agosto corso;
credito alle imprese: pur nell’emergenza e con il crollo dell’attività, le spese delle imprese continuano a correre. Il dialogo con le banche è complicato dalla mancanza di circolante e dal clima di incertezza. Occorre lavorare a forme di garanzia che sostengano le imprese in questo confronto e la misura predisposta dalla Regione tramite Gepafin va in questa direzione. Le banche devono decidere da che parte stare; comunicare l’Umbria: la percezione di un’Umbria tutta colpita dal terremoto ha portato al crollo del turismo, con molti tour operator che l’hanno addirittura cancellata dalle proprie destinazioni. Su questo fronte si è cominciato a lavorare e si continuerà con impegno crescente, utilizzando tutti i canali di comunicazione e verso tutti i destinatari, perché diventi “virale” l’immagine di una regione accogliente, sicura, ricca di ogni attrattiva turistica.