Seconda fase per la mostra “Dinosauri a Gubbio - Sulle tracce dell'estinzione”, questo dopo l’anteprima tra febbraio e maggio scorsi. In occasione della grande esposizione dei “giganti della preistoria” aveva riaperto i battenti l'antico monastero di San Benedetto, dopo i lunghi lavori di restauro e recupero del complesso. Opere che sono continuate anche nei mesi estivi per rendere fruibili pure gli ampi saloni sotterranei, all’interno dei quali ha trovato spazio una parte del percorso espositivo, reso ancora più suggestivo dai locali stessi. Il complesso trecentesco è situato proprio all'inizio della Gola del Bottaccione, la fenditura rocciosa fra i contrafforti appenninici che custodisce il segreto della scomparsa dei dinosauri, avvenuta 65 milioni di anni fa.
Proprio qui, alle porte della città medievale, il fisico statunitense e premio Nobel Luis ALVAREZ e suo figlio Walter, archeologo e geologo, dagli anni ‘70 studiano le rocce che rivelano la concentrazione di iridio, elemento molto raro nella crosta terrestre e più abbondante nei meteoriti, perciò di origine extraterrestre. Dunque, grazie alle ricerche realizzate in vent'anni nella Gola del Bottaccione, gli ALVAREZ trovano tutte le conferme alla loro teoria sull'estinzione dei giganteschi dominatori del pianeta terra, causata dalla collisione del nostro pianeta con un asteroide di grandi dimensioni. Gli esemplari e le spettacolari ricostruzioni dei fossili di dinosauri tornano esposti nella mostra “Dinosauri a Gubbio - Sulle tracce dell’estinzione”, da sabato 19 settembre al 30 giugno 2016.
Permetteranno di osservare le caratteristiche morfologiche a grandezza naturale, gli ambienti e gli stili di vita di questi animali che dominarono la superficie terrestre per oltre 180 milioni di anni. I fossili esposti provengono per la gran parte dal Sud America e dalla Patagonia in particolare. Questa era una delle regioni privilegiate dai dinosauri, dove erano particolarmente sviluppate le foreste di conifere e di alberi molto grandi come le araucarie. La mostra è organizzata dal Comune di Gubbio e dalla società Gubbio Cultura e Multiservizi, con il contributo del GAL Alta Umbria.