A cura dell'Avv. Gianfranco PARIS, Direttore responsabile del mensile MONDO SABINO:
<< Oggi, che tutti si occupano a parole delle donne, cerchiamo di capire si occuperà invece di Ronde. E’ una delle tante stronzate introdotte dalla demagogia dei leghisti. Tutti sappiamo che si tratta di cose tirate fuori per soddisfare gli istinti primitivi dell’homo politicus italiano e ci fanno ridere. Ma tutti, quando fa comodo, fanno finta che si tratti di cose serie.
In questi ultimi tempi anche a Rieti le ronde sono andate di moda. Il caso è scoppiato dopo Natale, quando in Sabina sono comparsi improvvisamente i ladri. La nostra è un terra nella quale i furti ricorrono a fasi alterne. Quando tutto tace da tempo e le forze di polizia non esercitano alcun controllo. Cosa cha accade spesso. Poi, una volta “razziato” con la tecnica della toccata e fuga, tutto ritorna normale, anche perché le forze dell’ordine sono costrette a sorvegliare seriamente e tutto ritorna normale.
Questa volta i furti sono cominciati nelle postazione delle antenne delle Radio e della TV, non erano ancora finite le feste, poi ci sono state razzie a Poggio Moiano, la patria di alcuni BIG della politica nostrana. S’è fatto un gran rumore da parte della Prefettura con la convocazione di vari comitati per la salute pubblica, tanto che è dovuto intervenire il Procuratore della Repubblica per ricordare a tutti che il coordinamento della repressione dei reati non spetta al Prefetto ma alla magistratura, ma i risultati non sono venuti.
A febbraio i ladri hanno colpito a Case San Benedetto, pare nella casa di notabili vicini al PdL, così gli esponenti di quel partito hanno sollevato una canizza di cui si è avuta eco anche sulla stampa con polemiche contro le forze dell’ordine e la prefettura, che i questi ultimi tempi si è dotata di un gran dinamismo verbale.
Così sono nate spontaneamente le ronde, non si sa bene da chi autorizzate, ma comunque tollerate, atteso che il ministro dell’Interno ha addirittura stilato un regolamento. Ovviamente queste ronde sono nate in aperta polemica con le forze di polizia che i rondisti certamente non ritengono all’altezza del loro compito e gran sostenitore delle stesse è stato il candidato del PdL alla presidenza della provincia Costini. E non poteva che essere così.
Il fatto di per se non sembrerebbe degno di particolare attenzione se non entrassero in gioco alcuni principi di conduzione della cosa pubblica, e se non fossimo in presenza di una sorta di disfacimento dello stato in uno dei settori più delicati: quello dell’ordine pubblico affidato al ministero dell’Interno.
In sabina operano ben quattro corpi di polizia: carabinieri, agenti di pubblica sicurezza, finanza, forestale, più che sufficienti per controllare l’intero territorio che è, tra l’altro, scarsamente popolato. Una faccia sospetta si nota appena arriva in città o in paese, se è ignorata vuol dire che non c’è servizio di sorveglianza in nessun settore. Il territorio è pattugliato da una sola vettura per vari comuni, a turno tra le varie forze di polizia, e interviene solo quando viene chiamata dai cittadini con il 112; le stazioni dei Carabinieri sono dotate di segreteria telefonica per la maggior parte delle 24 ore della giornata. Solo per una coincidenza una pattuglia può inciampare in qualche cosa di sospetto. Non certo perché è massicciamente o meno presente sul territorio.
In queste condizioni il cittadino si domanda: ma perché paghiamo le forze dell’ordine? E credo che abbia ragione!
L’autorizzazione delle ronde è soprattutto un’offesa alle forze dell’ordine, infatti uno dei sindacati di polizia ha protestato e non ne vuole sapere perché intralciano il loro lavoro. Inoltre si sono verificati episodi veramente buffi. Ho letto sulla stampa di una sparatoria in aria in quel di Case San Benedetto e di un inseguimento di un vigilantes ad un’auto civetta della polizia! A Piani Poggio Fidoni i rondisti hanno inseguito per i campi alcune persone. Siamo al ridicolo.
La sicurezza può venire solo dalla forze di polizia, che a Rieti e in Sabina ci sono e sono più che sufficienti in rapporto alla popolazione. Sono loro che debbono operare in modo da controllare il territorio prima che avvengano i furti, e non dopo.
I cosiddetti rondisti sono dei giovanotti, del tipo di quelli che giocano la domenica a fare la guerra nei boschi di casa nostra, o di qualche scalmanato di età più avanzata che ha bisogno di scaricare le proprie frustrazioni. Lasciare campo libero a costoro è pericoloso perché si stabilisce il principio che ognuno, quando vuole, può sostituirsi allo stato per farsi giustizia da se. E si fa strada il concetto deleterio che lo stato non è in grado di difendere il cittadino.
Per fare questo non ci vogliono continue riunioni in prefettura che partoriscono una serie infinita di comunicati che inondano i fax delle redazioni giornalistiche, ci vuole solo un uso razionale delle forze abbondantemente presenti sul territorio e soprattutto l’uso del buon senso! >>.