Riceviamo e pubblichiamo integralmente una lettera aperta alle istituzioni locali del Sindaco del Comune di Paganico Sabino:
<< La drammaticità della situazione economico-sociale di quasi tutta la nostra Provincia nonché i molteplici appelli lanciati dalle forze sociali reatine alle Istituzioni mi spingono a rivolgermi, in qualità di modesto rappresentante di una di esse, all’amico Presidente e al collega Sindaco di Rieti per invitare entrambi a farsi carico congiuntamente del problema, a rivitalizzare i “tavoli” provinciali in essere, a proporre ed elaborare risposte concrete e univoche per mettere un freno al nostro “declino”. Perché proprio di declino si tratta, forse non per l’Italia, ma per Rieti e quasi tutta la Provincia certamente sì.
E forse, paradossalmente, proprio l’appartenenza a due schieramenti politici contrapposti di due persone impegnate totalmente nelle gestione della cosa pubblica, ancora con un lungo periodo di attività davanti a loro (il primo verso una quasi certa riconferma per il prossimo mandato, il secondo con più di quattro anni di fronte a sé) potrebbe trasformarsi da criticità in opportunità, da punto di debolezza in punto di forza.
Perché se questo si riuscisse a fare, potrebbero finalmente decollare le iniziative e le opere di cui la nostra Provincia necessita e che non si riescono a portare avanti perché ogni volta e in ogni cosa prevalgono sempre il no e il veto incrociato.
Mentre le nostre fabbriche chiudono, mentre gli uffici pubblici reatini rischiano un nuovo ridimensionamento, mentre i piccoli comuni stentano ad andare avanti, mentre stipendi e pensioni non bastano più per arrivare a fine mese, il sistema della politica e delle Istituzioni deve voltare pagina. Dalla cultura del no a tutti i costi, del no a prescindere, del no dell’ambientalista per partito preso, del no animato da piccoli interessi di bottega, bisogna passare alla cultura del si, alla cultura del fare, al coraggio di guardare avanti e fare tutti insieme scelte coraggiose; scelte forse impopolari subito ma necessarie per lasciare ai nostri figli un territorio in cui si possa vivere, lavorare, produrre. Un territorio forse con un po’ di verde in meno, forse con qualche piccolo “scempio” ambientale in più, ma con la presenza di infrastrutture materiali e immateriali che non solo frenino l’esodo attuale ma che attirino persone e le convincano a trasferirsi stabilmente nei nostri piccoli paesi.
Bisogna provare ad avere un territorio competitivo in cui i costi di produzione siano il più possibile bassi, in cui le infrastrutture viarie riducano sensibilmente i tempi per gli spostamenti di persone e merci, in cui la rete cablata faccia lavorare più velocemente gli strumentiu informatici, in cui - perché no – cittadini e imprenditori non vengano tartassati dall’aumento costante dei rifiuti solidi urbani.
Per far questo, si lavori insieme per avere strade adeguate ai tempi (a cominciare ovviamente dalla Salaria), reti telematiche moderne, istituzioni che producano cultura vera, un moderno sistema provinciale di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani (dalla differenziata ai centri di stoccaggio e anche oltre).
Occorre, inoltre, favorire l’espansione del fenomeno che oggi investe naturalmente la Bassa Sabina: il trasferimento di residenza dei romani, attratti da bassi affitti e da condizioni di vita più umane. Si deve fare in modo che questo fenomeno si espanda anche verso la fascia della Turanense e della Salaria, per arrivare fino a Rieti. Come? Migliorando queste due strade dai punti estremi della provincia e chiedendo anche alle province di Roma e l’Aquila di fare altrettanto; potenziando e velocizzando i trasporti pubblici interni, sfruttando meglio le potenzialità delle tratte ferroviarie Roma - Passo Corese e Roma - Carsoli.
Non bisogna vedere la Bassa Sabina e le sue possibilità di sviluppo industriale come un pericolo per il resto del territorio bensì occorre sfruttare le sue potenzialità di terra di pianura vicina alla metropoli attivando con essa ogni possibile sinergia.
Si lavori tutti insieme quindi, sotto la regia delle due massime autorità locali e si elabori un grande progetto condiviso con le forze politiche di entrambi gli schieramenti, con le forze sindacali e imprenditoriali, con i nostri consiglieri regionali, con le altre Istituzioni locali. Un progetto sul quale investire di proprio, sul quale chiedere con la forza che deriva dall’unità sia fondi regionali e statali sia leggi speciali che all’occorrenza superino eventuali vincoli e normative troppo penalizzanti per i nostri territori >>.