Ottocento anni fa San Francesco d’Assisi iniziò a transitare nell’Umbria meridionale e sicuramente si fermò anche Terni, una città dove tornò volentieri lasciando segni evidenti del suo ministero di evangelizzatore. A distanza di otto secoli da questo tradizionale passaggio la Parrocchia di San Francesco ha accolto l’idea di sottolineare l’evento ospitando un presepe artistico (nella foto) nella sua chiesa, luogo che commemora la presenza del Santo di Assisi a Terni. Infatti, il santuario venne fabbricato laddove Francesco aveva allestito, in occasione della memorabile visita del 1218 ricordata da Tommaso da Celano, il primo tugurio per sé e per alcuni frati. Il presepe, grande circa 3 metri per 2, è ambientato in uno spaccato di Terni in cui sono evidenti i simboli della zona frequentata dal Povero di Assisi: la facciata della chiesa di San Francesco con il relativo campanile e la vicina porta Sant'Angelo con un tratto delle mura medievali e la zona di Piazza dell’Olmo. A fare visita al Bambino giungono da ogni parte della città, ma tra tutti spicca un pellegrino speciale: si tratta di papa Francesco, che oltrepassata porta Sant’Angelo si appresta ad adorare il fanciullo Gesù, non prima di essere stato introdotto dal suo Santo omonimo.
Il presepe, frutto del genio tutto ternano di Paolo FALFARI, membro dell’Associazione Nazionale Amici del Presepio, è stato realizzato nell’arco di un anno su polistirolo e polistirene; l'edificio dell'osteria, invece è un pezzo costruito nella bottega dei Ferrigno (noti presepisti napoletani) con legno e sughero, come nella migliore tradizione partenopea. Un lavoro di squadra che ha visto coinvolti sarti e artigiani, ingegneri e volontari. Tra i progetti in cantiere c’è quello di organizzare per l’anno prossimo una sezione ternana di “Amici del Presepio” che allestiscano una serie di pezzi nelle principali chiese e angoli storici di Terni in modo da organizzare un vero e proprio itinerario di presepi a dimostrazione che la città non dimentica i suoi valori cristiani, ma al contrario, li scopre e li impiega per la sua crescita morale e culturale.