Il tartufo come ambasciatore di cultura e stile di vita dell'Umbria e dell'Italia nel mondo. L'Umbria terra di tartufi con nove specie diverse e tutte commercializzate che creano un fatturato tra diretto e indotto importante per la regione, una terra che ha fatto scuola sul fronte della ricerca scientifica a tutta Europa, che ha sviluppato in maniera sistematica le colture con piante micorizzate, ma che sopprime la Facoltà di Tartufologia, trasformandola in dipartimento della facoltà di agraria all'interno dell'Università di Perugia. Questo è uno spaccato del riuscito convegno (nella foto), svoltosi nell'ambito della 52^ edizione di “Nero Norcia - Nero Norcia Festival”, con l'Assessore comunale Giuliano BOCCANERA a fare gli onori di casa. La kermesse, sotto la direzione artistica di Massimo ZAMPONI, da quest'anno punta decisamente a coinvolgere intorno al prezioso tubero, non solo saperi e sapori, ma anche e soprattutto tradizione, storia e cultura che sono il vero humus del Made in Italy. Autorevoli e relatori che hanno arricchito il convegno, coordinato da Pietro BORRONI della URBANi Group, di argomenti affrontati da ogni punto di vista.
Il Prof. Mattia BENCIVENGA, autentica autorità nel settore, ha ricordato come il tartufo sia conosciuto sin dall'antico Egitto, ma come soltanto negli ultimi anni sia diventato un fenomeno mondiale. << Nel 1968 - ha dichiarato BENCIVENGA - era un prodotto patrimonio di sole Francia e Italia, oggi è presente in tutti i continenti, ma il privilegio di avere il bianco è solo italiano tranne qualche piccola parte dell'est europeo >>. L'esperta nazionale Gabriella DI MASSIMO, Presidente dell'Associazione Tartufai “Perugino”, una delle cinque esistenti in Umbria con mille e cinquecento tesserati, ha evidenziato come le regole europee sulla tracciabilità dei prodotti agroalimentari sia una garanzia per i tartufi italiani. << Troppi tartufi provenienti dall'estero invadono il mercato facendo crollare i costi - ha aggiunto la studiosa - ma se non sappiamo da quale terreno vengono estratti rischiamo, ad esempio, di consumare tartufi nati nel sottosuolo di zone dove per anni si sono combattute guerre utilizzando l'uranio impoverito. La tracciabilità diventa quindi un diritto dei cittadini e una garanzia per i nostri tartufi che vengono raccolti di terreni incontaminati >>. La dirigente scolastica dell'Istituto Alberghiero di Spoleto, Fiorella SAGRESTANI, ha evidenziato come l'enogastronomia sia una componente trasversale del turismo e di come all'interno del suo istituto sia posta la massima attenzione alla sperimentazione culinaria rivisitando ricette tradizionali con l'utilizzo di prodotti locali d'eccellenza. E' il caso della sostituzione di grassi animali con l'olio extravergine d'oliva o con l'utilizzo del tartufo attraverso un'attività di ricerca. << La nostra scuola lancia una proposta alle aziende del territorio - ha concluso la SAGRESTANI - mettere in campo occasioni di collaborazione per sperimentare nuove ricette >>. Un occhio alla dieta e si scopre che il tartufo è un elisir di lunga vita e che effettivamente ha poteri afrodisiaci. Lo ha attestato Antonio BUCCOLIERI, responsabile medico del Reparto di Medicina e Geriatria dell'ospedale di Norcia che, attraverso l'osservazione degli anziani che popolano la Valnerina e studi specifici in materia, ha chiarito che il tartufo ha proprietà organolettiche che ostacolano l'invecchiamento. << Il tartufo - ha chiarito - ha poteri rimineralizzanti, elasticizzanti, antiossidanti. Inoltre le sue sostanze odorose stimolano la sensazione di benessere e quindi di vigore fisico stimolando i ferormoni che regolano il meccanismo dell'attrazione sessuale >>. Ma non basta. Avendo anche molecole cosiddette “del piacere”, proprie anche del latte materno, amplificano il senso di benessere e in più, il tartufo nero è anche ipocalorico e quindi adatto anche per le diete dei diabetici. Che si vuole di più? << Bisogna far capire al consumatore la differenza tra un tartufo di Norcia e uno Croato - è stata l'esortazione di Stefano POETA, dell'Università dei Sapori di Perugia. Questo è possibile attraverso la formazione di una cultura non solo del piatto, ma della consapevolezza che quel tartufo o quella bistecca sono espressione di un territorio che li fa essere più buoni e più sani. Ecco perché istituzioni pubbliche, scuola, aziende, mondo scientifico e della ricerca devono fare gruppo, fare massa critica e promuovere l'Umbria e i suoi prodotti >>. Una promozione che da generazioni si concretizza nel lavoro incessante della Urbani Tartufi per la quale, presente in sala Olga URBANI, ha preso la parola Pietro BORRONI, che ha più che con le parole fatto comprendere, attraverso dei video che saranno portati nello stand URBANI a Expo 2015, l'importanza delle radici, dell'amore per la propria terra, dell'innovazione messa al servizio della tradizione, della passione per il proprio lavoro. Ingredienti che fanno di questo brand umbro, con il suo 68% del mercato mondiale, il leader indiscusso del tartufo nel mondo.