Anche quest’anno ci sarà la possibilità di rivedere la rappresentazione de “Li dodici mesi “, un antico rito propiziatorio che segna il passaggio dall’inverno alla primavera. I tredici personaggi sfileranno sulle loro cavalcature lungo le vie del paese e daranno vita ad una rappresentazione che coinvolge emotivamente tutta la cittadinanza, fortemente partecipe degli scambi verbali tra i vari personaggi che ognuno conosce a memoria. Il padre de "Li dodici mesi", che rappresenta l’anno appena trascorso, presenta man mano i dodici figli che declamano in versi il mese che rappresentano: “Io so Gennaru sfasciapajari .... ". La speranza è quindi che la natura mantenga ancora una volta le sue promesse e tutto si svolga secondo le regole; che in inverno nevichi ed in estate splenda il sole, che ci siano le condizioni per seminare e poter raccogliere e che quindi sia garantito il futuro della comunità, ieri come oggi. Torneranno in vita per un giorno gli antichi mestieri: lu ferraru e lu callaranu, lu mastaru e lu tinozzaru, lu falegname e lu canestraru. La banda cittadina, con le sue note, allieterà la sfilata che sarà aperta da “Carnavale“, dagli antichi “carri delle quattro stagioni “ e dai personaggi dell’antico carnevale; da Rocchittu ‘e Mirellu a Purginella, dai mazzamorelli ai personaggi de Lu Sposalizziu, liberamente interpretati dalla fantasia dei ragazzi delle scuole che concluderanno la sfilata con una grande quadriglia per organetto e banda. Martedì 5 febbraio, come da tradizione, accompagnato dal popolo in lacrime, si svolgeranno i solenni funerali di “Carnavale“ che sarà “buttatu a fiume e bruciatu“.