Riceviamo e pubblichiamo integralmente una nota di Marino FORMICHETTI (nella foto), Presidente del Comitato Referendario “Terni-Rieti in Umbria”:
<< Finalmente siamo in campo. Un’azione politica promossa dai cittadini, sta tracciando un sentiero di unità per il futuro della Provincia di Rieti. La raccolta delle firme per il Referendum Rieti in Umbria, ignorato dalle forze politiche e sociali, sta raccogliendo adesioni e simpatia in molti comuni della Provincia. E ciò sta accadendo anche nei luoghi in cui, a causa della mancanza di progettualità per il futuro assetto dei nostri territori, la disgregazione politica e amministrativa è un pericolo incombente. Anche il Comitato dei sindaci e delle forze economiche e sociali del Reatino, a quanto pare, sembra aver intrapreso un percorso comune, volendo organizzare un incontro a Roma con tutti i parlamentari del Lazio, al fine di vagliare la possibilità di ottenere un’audizione presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato. Salutiamo con piacere, dopo mesi di sterili iniziative invocanti l'unità del territorio, un’iniziativa politica concreta. Ne auspichiamo il successo. Ma se così non fosse? Se, come è probabile, il processo di riordino delle Province non prevederà deroghe rispetto alle specificità e particolarità della Provincia di Rieti nei confronti di altre che verranno invece soppresse, non c'è nessun “Piano B”? C'è una scadenza inderogabile che ci attende: il 1° gennaio 2014 la Provincia di Rieti cesserà di esistere. Se per tale data non avrà preso corpo un progetto credibile, la disgregazione del territorio, la perdita dei servizi territoriali, la marginalizzazione delle strutture politiche, sociali, economiche, sarà cosa fatta.
Contro questa ipotesi il Comitato Referendario esercita la sua azione. Ma la politica fa finta di non capire, osteggia il Referendum. Sono molti i cittadini che sulla pagina Facebook del Comitato esprimono la convinzione che siano “altri” i motivi per cui partiti politici e forze sindacali siano motivati a mantenere l'attuale “status quo”, e che l'unica ragione sia la permanenza nella Regione Lazio, a qualunque costo. Ai partiti, sindacati, movimenti, associazioni, il compito di sgomberare il campo da tali sospetti: sostengano l'unico progetto politico unitario rivolto ai 72 comuni della Provincia di Rieti. Infatti, in caso di successo di soluzioni “istituzionali”, che tutelino l'attuale territorio della Provincia di Rieti, sarebbero salvi i servizi per preservare i quali stiamo combattendo. Ma in caso contrario, l'unica strada percorribile sarà un progetto politico volto alla creazione di una provincia forte, omogenea, territorialmente equilibrata nell'Appennino centrale, con l'Umbria. E’ bene ricordare che il Referendum è lo strumento che ci ha portato le riforme vere a questo Paese, che i cittadini partecipano, dimostrano di saper decidere e 99 volte su 100 decidono bene. Se pochi ostacolano tanti, tanti comunque decideranno di mettere in minoranza i pochi. Questa è Democrazia >>.